Sono l’onda nello stagno dei proverbi dei saggi:
un punto preciso dal quale si replicano cerchi concentrici sempre più ampi,
che raggiungeranno i limiti dello specchio d’acqua.
”E Tutto il resto è noia
diceva un grande.
STOP & GO
La retorica legata ad una ripartenza è nota.
Nuovi inizi, buoni propositi, tornare carichi dopo uno stop forzato.
To do list, obiettivi.
Lasciamelo dire: non lo so.
Forse sento che c’è qualcosa di sbagliato, qualcosa di troppo programmatico. Qualcosa che ti risparmia la fatica vera, che ti evita il peso di dover macinare esperienza. Ho iniziato con la parola retorica per un motivo.
Se c’è una cosa della quale sono più che convinto, invece, è la spinta dell’imprenditore. È quella sensazione per la quale non solo vuoi, ma proprio hai bisogno di dare il massimo: per realizzare e per realizzarti, per usare uno di quei giochi di parole che piacciono sempre.
Dare il massimo, studiare scenari per esaurirne le possibilità, individuare la strada migliore nel dedalo delle possibilità, pianificare soluzioni, dare istruzioni, lanciarsi nell’impresa. Intessere relazioni, amplificare il business, sognare… ma solo per realizzare.
Sono qui per muovermi nel mio ambiente – quello della finanza, del real estate – e per fare.
Dove punterò il mio sguardo
Tutto il resto è noia, quindi, tranne il real estate.
Chiamalo il mio nuovo focus, la mia innata passione, non importa – è solo una definizione. Adesso è il momento della concentrazione: ho eliminato alcuni rami secchi – operazione della quale regolarmente c’è bisogno, si sa – e faccio del mio meglio perché il nuovo ramo cresca forte, sano, capace di dare frutti che, quando saranno maturi, diano la soddisfazione della cosa realizzata da zero.
Pensare, immaginare, agire nel real estate mi riempie di energie, e questo è un bene.
Mi è venuto un pensiero, verso la fine dell’anno.
Guardavo il Canal Grande, maestoso e placido nello stesso tempo. Era un momento di apparente calma, uno di quegli attivi, nella vita della frenetica Venezia, che paiono invece immobilizzarsi in un altro tempo storico: quello delle passioni e degli intrighi, dei segreti, degli sguardi celati da una maschera e dalla nebbia misteriosa. Guardavo una via d’acqua che, nella storia, credo non abbia avuto rivali per movimento di merci, di idee, di abilità – di business – e ragionavo sulle parole.
Le parole che usiamo per riassumere – un’idea come una sensazione, così come un anno intero – sono indicative di quello che ci ha colpiti, segnati, fatti vivere.
Mi sono reso conto che l’anno scorso è stato un ottovolante.
Che la mia vita è un ottovolante.
Benissimo, lo accetto, sono fatto così e il mio mondo anche, è fatto così.
Ma per il futuro, mi impegno a cercare un’altra parola.
Una che includa quell’ottovolante, ma che ne cambi la prospettiva.
Una che si riempia di significati altri.
Sono curioso quanto te di trovarla.